vedi cosa succede

Oltre l’ordine regola #7: Impegnati quanto più riesci e vedi cosa succede

“Lavora quanto più riesci su almeno una cosa e vedi che cosa succede”. La settima regola di Oltre l’ordine di Jordan Peterson.

Questo articolo è una trascrizione del podcast, che puoi trovare su tutte le principale piattaforme, ad esempio Spotify, Google o Apple Podcast. Puoi anche ascoltare direttamente qui:

Per chi non avesse ascoltato gli altri episodi, Oltre l’ordine di Jordan Peterson è un libro che consiglio vivamente, così come consiglio 12 regole per la vita, che è il suo libro gemello. Quando mi sono trovata a doverne parlare ho fatto mente locale e ho trovato che sarebbe stato impossibile parlare di tutto quello che c’era da dire di questo libro, allora ho deciso di parlare di ogni ciascuna regola separatamente. Le sei precedenti le ho già fatte e le trovate in elenco numerate.

Francamente, è chiaro che mi fa piacere se decidete di ascoltare o leggere me che ne parlo, ma il mio consiglio è di leggere il libro. (Qui è l’episodio sulla prima regola su Spotify). Altra cosa, ho letto entrambi i libri in inglese, la scrittura di Peterson è molto piacevole e lui è estremamente preciso nella scelta delle parole. Ho sempre paura che la traduzione non sia all’altezza. I titoli originali sono Beyond Order e 12 Rules for Life, per chi scegliesse la versione originale.

…e vedi cosa succede, non è ugualmente facile per tutti

Ora, la settima regola, ohi ohi. Tra l’altro, Peterson, che è uno psicologo, ha anche un test della personalità molto interessante. Se cercate Peterson personality test lo trovate di sicuro. Lo nomino non tanto per invitarvi a farlo, ma perché è interessare leggere di questi tratti caratteriali per capire meglio sé stessi e gli altri e perché tendiamo a comportarci in un certo modo piuttosto che in un altro. Quando si leggono queste regole puoi finisce con il capire quale personalità più facilmente cadrebbe nella trappola, nel vizio, nel peccato, nell’errore morale che sta dietro ciascuna regola. Non è mai una correlazione semplice, nel senso che più tratti possono essere coinvolti e comportamenti simile possono avere cause diverse. Ma per questa regola è chiaro che il colpevole principale del peccato è una bassa coscienziosità, che è il tratto dell’industriosità, dell’ordine e della disciplina. È il tratto della diligenza, del saper rimanere concentrati sull’obiettivo, del portare a termine un piano, del finire ciò che hai iniziato, è anche il tratto dell’abitudine e della routine.

“Lavora quanto più riesci su una cosa e vedi che cosa succede”, viene naturale per chi ha alta coscienziosità. Altro tratto coinvolto anche se meno è probabilmente il neuroticismo, che è la sensibilità alle emozioni negative. È il tratto dell’ansia, della volatilità, della fuga, del dubbio, dell’imbarazzo, e anche dell’irritabilità, della rabbia e dell’agitazione. È più facile per chi vede tutto rosa ed è naturalmente ottimista mettersi a fare una cosa e vedere che cosa succede, perché parte sicuro che succederà qualcosa di buono.

Comunque, magari di questi tratti ne parlerò, sono interessanti, non la solita fuffa pseudoscientifica.

“Lavora quanto più riesci su almeno una cosa e vedi che cosa succede” suona come una campanella a chi fa fatica a mettersi a fare le cose e facilmente si perde. E forse suona scontato a chi invece è ottimista e disciplinato.

cosa succede nella vita

Impegnati quanto più puoi e vedi cosa succede

Peterson parte dalla metafora del diamante, che è carbonio pressato ad alte temperature. “Ciò che ha valore è puro, correttamente allineato e brilla di luce. […] La luce, ovviamente, rappresenta la brillantezza di una coscienza concentrata e intensa.” E così come la perfezione di un diamante si forma con pressione e calore, lo stesso vale per le persone. Le molteplici forze che muovono un essere umano spesso non sono allineate le une con le altre. Siamo tirati in ogni direzione dalle tentazioni e, nonostante ciò che ci siamo ripromessi di fare, sprechiamo tempo e procrastiniamo. Ci sentiamo male, ma continuiamo a farlo.

Dice: ” È per queste ragioni che la gente del passato trovava naturale credere che l’animo umano fosse infestato da fantasmi, posseduto da spiriti ancestrali, demoni e dei, nessuno dei quali aveva necessariamente a cuore l’interesse della persona. […] questi spiriti ossessivi e a volte malevoli sono state concettualizzate psicologicamente come impulsi, emozioni, stati motivazionali o complessi, che agiscono come personalità parziali all’interno della persona […]”

E quindi gli istinti alla base, sete, fame, rabbia, tristezza, eccitazione, lussuria, possono facilmente diventare i nostri padroni o farsi la guerra dentro di noi. “La resilienza e la forza di uno spirito integrato non sono facili da raggiungere”. Una persona poco integrata non riesce a restare unita quando viene sfidata dalle circostanze. Cade preda di una di queste forze. Lo spirito della rabbia, del dolore o dell’ansietà arrivano a occupare la persona. Lo si vede quando una persona perde il controllo e fa una scenata, lo si vede spesso con i bambini.

Unità interiore

Mancanza di unità interiore si vede in un aumento della sofferenza, moltiplicazione dell’ansia, assenza di motivazione e mancanza di fonti di piacere, perché ogni cosa è accompagnata da indecisione e incertezza.

Peterson dice: “obiettivi chiari semplificano il mondo, riducono incertezza, ansietà, vergogna e le forze autodistruttive scatenate dallo stress. […] Una sufficiente volatilità e mancanza di direzionalità possono rapidamente produrre il senso di impotenza e la depressione caratteristiche di un periodo prolungato di futilità.”

E poi dice: “Una persona profondamente divisa può essere fermata facilmente, metaforicamente, con la pressione di un singolo dito sul suo petto (anche se la persona potrebbe inveire contro l’ostacolo). Per progredire con risolutezza è necessario essere organizzati, essere diretti verso qualcosa di singolo e identificabile. Prendi la mira. Punta a qualcosa. Tutto questo è parte della maturazione e della disciplina […]. Punta a nulla e sarai afflitto da tutto. Se non punti a nulla, non avrai un posto in cui andare, nulla da fare, e nulla di valore nella tua vita, visto che il valore richiede il classificare le opzioni e sacrificare le opzioni basse per quelle alte.”

Prendi una decisione e poi vedi cosa succede

E poi Peterson dice l’ovvio: la peggiore decisione di tutte è nessuna decisione e coloro che non decidono sono persi. Ovvio, però sentite cosa dice qui: “Di solito incoraggio i miei clienti a scegliere il percorso migliore che hanno a disposizione, anche se è lontano dal loro ideale. Questo a volta significa tollerare un calo almeno temporaneo in ambizione, o in orgoglio, ma ha il vantaggio di sostituire ciò che è disponibile solo in forma di fantasia con qualcosa di reale. Ne conseguono quasi invariabilmente miglioramenti nella salute mentale.”

Le regole del gioco

Bisogna partecipare al gioco per ottenere qualcosa. E questo significa volontariamente accettare le regole del gioco. Una società che funziona e che permane nel tempo è possibile solo con regole che lo permettano. E il tipo di regole che permettono unità e stabilità al gioco, e che permetto unità e stabilità all’individuo, sono regole che puntano verso il più alto ideale possibile. Non va tutto bene. C’è un alto e c’è un basso. C’è un peggiore e un migliore. E l’unità si trova nella direzione verso l’ideale più alto possibile e nelle regole che approssimano quel comportamento.

Peterson dice: “Se lavori quanto più duramente riesci a una cosa, cambierai. Comincerai anche a diventare una cosa unica, invece di essere la smaniosa moltitudine che eri. Quella singola cosa, sviluppata bene, non è solo l’entità disciplinata formata dal sacrificio, dalla determinazione e dalla concentrazione. È anche ciò che crea, distrugge e trasforma la disciplina stessa, la civilizzazione stessa, esprimendo la sua unità di personalità e società. È la Parola di verità da cui dipende il funzionamento l’ordine abitabile, strappato al caos.”

E quindi impegnati più che puoi nel fare una cosa e vedi cosa succede.

Rischiare… per vedere cosa succede

Stavo pensando l’altro giorno al concetto di rischio, a cosa significa. Significa che tu fai una cosa senza avere garanzie che otterrai quello che vuoi. Il rischio aumenta con l’aumentare dell’incertezza del risultato e con l’aumentare del costo del tentativo, che può essere tempo, denaro, il sacrificio di qualcosa. Per impegnarsi in una cosa, bisogna fare la scelta di abbandonare le altre cose, senza la garanzia di riuscire in quella cosa, o che il riuscire in quella cosa si rivelerà essere effettivamente ciò che desideri. Questa equazione è impossibile da risolvere se non hai un ideale a cui puntare, se non sei disposto ad essere generoso nel tuo impegno e se hai una visione cinica e nichilista del “nulla ha significato”. Il vero risultato, però sembra a me, non si ottiene insieme al raggiungimento dell’obiettivo, ma facendo il percorso. E da questo punto di vista la direzione che scegli è relativamente importante e non ci si dovrebbe preoccupare più di tanto di scegliere male, perché non scegliere, presi nell’ansia di scegliere male, è la cosa peggiore in assoluto. Non permette alla materia di prendere una forma, al tuo carattere di svilupparsi, a te di diventare una persona per davvero.

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