“Ford si sedette su un materasso e frugò nella propria borsa. Arthur saggiò nervosamente il materasso con le mani, poi vi si sedette sopra anche lui: in realtà, non aveva alcuna ragione di essere nervoso, perché tutti i materassi cresciuti nelle paludi di Skifguscioso Zeta vengono uccisi ed essiccati prima di essere usati. Sono davvero pochissimi quelli che, quando meno si pensava, sono tornati in vita.”
La guida galattica per gli autostoppisti è un libro elettronico che contiene tutte le conoscenze e i consigli che servono a un autostoppista per sopravvivere alla grande galassia. Con il primo consiglio, scritto a grandi caratteri sulla copertina: “niente panico”.
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La flotta costruzioni stradali vogon
Guida Galattica per gli Autostoppisti è un libro di fantascienza di Douglas Adams. Assurdo. Comico. Ma soprattutto filosofico.
La storia inizia con il protagonista Arthur Dent, che viene salvato da un autostoppista galattico appena prima che la Terra venga incenerita dalla Flotta costruzioni stradali vogon. Questa la definizione della Guida galattica per gli autostoppisti sulla Flotta costruzioni stradali vogon: Cosa dovete fare per chiedere un passaggio a un vogon? Niente: scordatevene. I vogon sono una delle razze più antipatiche della Galassia: non sono proprio cattivi, ma hanno un caratteraccio, e poi sono dei burocrati, degli invadenti e degli insensibili. Non alzerebbero un dito nemmeno per salvare la loro nonna dalla Vorace Bestia Bugblatta di Traal, se non ne avessero ricevuto l’ordine firmato in triplice copia, non lo avessero spedito e rispedito a cento chi di dovere e non lo avessero timbrato, vagliato e sottoposto a minuzia approvazione. (Un ordine perlopiù destinato, alla fine, a essere perso e riciclato come combustibile.) Il modo migliore per farsi offrire un drink da un vogon è ficcargli un dito giù in gola, e il modo migliore per irritarlo è dare a mangiare sua nonna alla Vorace Bestia Bugblatta di Traal. Non permettete a nessun vogon, per nessuna ragione al mondo di leggervi le sue poesie.”
Autostrade e poesia vogon
Tra parentesi. Alle proteste dei terresti nell’udire gli altoparlanti delle astronavi vogon che la Terra stava per essere incenerita i vogon risposero che non aveva senso dimostrarsi sorpresi. Tutti i piani del progetto e gli ordini di demolizione erano disponibili al pubblico da cinquant’anni terrestri nel locale Dipartimento Viabilità di Alfa Centauri. Per cui i terrestri avevano avuto tutto il tempo per presentare reclami…
“Nell’elenco del peggior tipo di poesie dell’Universo, la poesia vogon occupa, com’è noto, il terzo posto. Il secondo posto ce l’hanno gli azgoth di Kria. Durante una recita del loro Poeta Laureato Gruntos il Flatulento (recitava la poesia “Ode a un pezzetto di mastice verde che mi sono trovato sotto un’ascella un mattina di piena estate”) quattro spettatori morirono di emorragia interna, mentre il presidente dell’Ente Centro-galattico Arti Nocive per riuscire a sopravvivere si staccò con un morso una gamba.”
Il pesce Babele
Questo libro è diventato un cult, e per fortuna dico io. Hanno fatto un film che devo dire non è malaccio. E ci sono dei seguiti al primo libro. Tra cui Addio e grazie per tutto il pesce che apparentemente è ciò che, prima di abbandonare la Terra, dissero i delfini, la seconda specie più intelligente del pianeta. Gli umani essendo la terza. La prima non la dico perché non voglio spoilerare troppo il libro. Leggetelo, tra l’altro è molto breve, fa ridere ed è pieno di trovate fantastiche, tipo il pesce Babele, che serve per tradurre in tempo reale tutte le lingue. La guida galattica dice del pesce Babele “Il pesce Babele è piccolo, giallo, simile a una sanguisuga, ed è probabilmente la cosa più strana dell’Universo. Si nutre dell’energia delle onde cerebrali, ma non delle onde cerebrali della persona nella quale si trova, bensì di quelle delle persone che le si trovano intorno. Assorbe tutte le frequenze mentali inconsce di tale energia, e si alimenta così. Quindi il pesce Babele, defecando nella mente della persona che lo ospita, espelle una matrice telepatica formata dalla combinazione delle frequenze del pensiero conscio e dei segnali nervosi raccolti dai centri del linguaggio del cervello che le ha fornite. Il risultato pratico di tutto questo è che si vi ficcate un pesce di Babele in un orecchio immediatamente capirete qualsiasi cosa vi si dica in qualsivoglia lingua.”
L’asciugamano nella Guida galattica
Ecco un altro consiglio della Guida galattica per autostoppisti, che dimostra oltre ogni dubbio perché è il libro più notevole che fosse mai stato pubblicato dalla casa editrice dell’Orsa Maggiore. L’asciugamano è forse l’oggetto più utile che l’autostoppista galattico possa avere. In parte perché è una cosa pratica: ve lo potete avvolgere intorno perché vi tenga caldo quando vi apprestate ad attraversare i freddi satelliti di Jaglan Beta; potete sdraiarvici sopra quando vi trovate sulle spiagge della brillante sabbia di marmo di Santraginus V a inalare gli inebrianti vapori del suo mare; ci potete dormire sotto sul mondo deserto di Kakrafoon, con le sue stelle che splendono rossastre; potete usarlo come una vela di una mini zattera allorché via cingerete a seguire il lento percorso del pigro fiume Falena; potete bagnarlo per usarlo in un combattimento corpo a corpo; potete avvolgervelo intorno alla testa per allontanare vapori nocivi o per evitare lo sguardo della vorace bestia Bugblatta di Traal (un animale abominevolmente stupido, che pensa che se voi non lo vedete nemmeno lui possa vedere voi; è matto da legare ma molto, molto, vorace); inoltre potete usare il vostro asciugamano per fare segnalazioni in caso di emergenza e, se è ancora abbastanza pulito, per asciugarvi, naturalmente. Ma, soprattutto, l’asciugamano ha una immensa utilità psicologica. Per una qualche ragione, se un non-autostoppista scopre che un autostoppista ha con sé un asciugamano, riterrà automaticamente che abbia con se anche lo spazzolino da denti, la spugnetta per il viso, il sapone, la scatola di biscotti, la borraccia, la bussola, la carta geografica, il gomitolo da spago, lo spray contro le zanzare, l’equipaggiamento da pioggia, la tuta spaziale, eccetera eccetera. E dunque molto volentieri si sentirà disposto a prestare all’autostoppista qualsiasi articolo di quelli menzionati che l’autostoppista eventualmente abbia perso. Infatti penserà che un uomo che abbia girato in lungo e in largo per la galassia in autostop, adattandosi a percorrere i meandri nelle più disagevoli condizioni e a lottare contro terribili ostacoli, vincendoli, e che dimostri alla fine di sapere ancora dov’è il suo asciugamano, sia chiaramente un uomo degno di considerazione.
La risposta fondamentale
Sotto la superficie la Guida galattica per autostoppisti è un libro filosofico, e anche di una certa profondità. Non voglio spoilerare troppo, ma la parte più famosa del libro è la faccenda del 42, la risposta fondamentale sulla vita, l’Universo e tutto quanto. Un computer enormemente potente viene costruito per calcolare la risposta fondamentale sulla vita, l’Universo e tutto quanto. Il computer calcola la risposta per sette milioni e mezzo di anni. Allo scadere del tempo, l’intera galassia si riunisce in festeggiamento per finalmente avere la risposta fondamentale sulla vita, l’Universo e tutto quanto. E il computer risponde: 42.Confusa, la gente chiede al computer cosa significa. Ma il computer non può calcolarlo. Il computer dice che per trovare la risposta fondamentale sulla vita, l’Universo e tutto quanto, prima bisogna fare la domanda giusta. Loro non hanno fatto la domanda giusta. La gente chiede allora al computer di trovare la domanda fondamentale, ma il computer risponde che non può calcolarlo, non ne ha le capacità, ma che costruirà un altro computer in grado di farlo. Spoiler: il computer per calcolare la domanda fondamentale alla vita, l’Universo e tutto quanto verrà distrutto dai vogon per costruire un’autostrada…
La domanda fondamentale
Il punto è che è la domanda la parte più difficile. Una volta che si riesce a inquadrare il problema e a porre la domanda giusta, la risposta viene relativamente semplice. Altrimenti detto: la risposta l’Universo, qual è la domanda?
Consigliatissimo ovviamente. Fa sghignazzare abbondantemente, è pieno di idee strampalate e affascinanti ed è una delle poche opere filosofiche che non ti fa sciogliere le cervella e sbavare dalla noia.
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